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6 Consigli per essere un buon Community Manager

Donna seduta ad un tavolo che scrive al computer

La relazione sui Social Media è tutto, perciò è ormai norma che anche le campagne pubblicitarie online siano accompagnate da un’attività quotidiana di eccellente Community Management, ossia di efficace gestione delle persone che seguono online il brand di riferimento.

Ma cosa significa gestire una community?

Gestire una community vuol dire essere presenti costantemente, rispondendo alle esigenze degli utenti che seguono la pagina aziendale. Un Community Manager deve saper soddisfare bisogni, risolvere problematiche causate da eventuali critiche o recensioni negative, nonché premiare gli utenti che maggiormente interagiscono con il brand.

Serve quindi una buona capacità di ascolto e di gestione della relazione, ma anche di problem solving e di creatività.

Come diventare un buon Community Manager?

Non c’è un vero e proprio decalogo per diventare un buon Community Manager, ma serve sicuramente tanta forza di volontà e umiltà per apprendere i segreti del mestiere, soprattutto dai colleghi più esperti. Va fatto ogni giorno perché sono strumenti che cambiano e offrono sempre diverse modalità di approccio. Sicuramente servono pazienza, tenacia e capacità di parlare con il tone of voice del brand. Quindi, seppur non si sia il driver principale nello sviluppo del contenuto, la competenza da Copywriter è importante.

 

Qui di seguito, ho voluto comunque riassumere 6 consigli personali per poter svolgere al meglio questa professione:

  1. Se non hai la passione per i Social Network non fa al caso tuo

    Senza la passione per i Nuovi Media, diventa molto complicato portare a casa dei risultati. Colui che gestisce una community online deve considerare gli utenti a volte come i propri amici, a volte come i propri clienti, con i quali interagire sempre, anche se a volte possono arrivare commenti negativi e critiche. L’abilità di un bravo Community Manager è proprio quella di saper trasformare una situazione negativa in una positiva, per esempio, facendo cambiare idea ad un utente che inizialmente aveva scritto un commento negativo ad un post. La passione per questo mestiere è fondamentale, altrimenti, potrebbe diventare un lavoro puramente operativo, possibilità che non permetterebbe di raggiungere gli obiettivi aziendali. Si tratta di una passione sia nell’uso degli strumenti, che nella modalità operativa: la personalizzazione delle risposte infatti è fondamentale e mostra come ci sia umanità dietro ad ogni risposta evitando di apparire come dei robot che lavorano di “copia e incolla, ma mostrando il tempo e la cura che si dedica ad ogni singola relazione.

  2.  La trasparenza fa la differenza

    Non bisogna mai scappare di fronte alle difficoltà. È arrivato un commento critico nei confronti dell’azienda per la quale state lavorando? Niente paura, l’importante è far vedere che noi non ci nascondiamo, anzi, siamo pronti a metterci la faccia in qualsiasi circostanza. Se facessimo il contrario, sarebbe un segnale di poca trasparenza e farebbe peggiorare la nostra reputazione.

  3. Con la creatività si va lontano

    Perché no? Più si stimola l’interazione con gli utenti meglio è. Una risposta innovativa può favorire tutto ciò. Soprattutto se si lavora in un’agenzia, ci si trova a dover gestire diverse community composte da diverse tipologie di persone: per esempio, se si lavora per un cliente che si rivolge ad un pubblico over 50 siamo in una situazione molto diversa da gestire rispetto a chi si rivolge ai teenager. Nel primo caso, bisognerà interagire solitamente in modo più formale, invece, nel secondo, è magari permesso l’utilizzo di un linguaggio più informale, composto anche da vocaboli meno comuni e usati soltanto tra i giovani. Qual è il segreto per riuscire a fare questo? Leggere, informarsi, visitare i vari blog del settore presenti su Internet e non smettere mai di voler imparare qualcosa di nuovo!

  4. Solo con la costanza si raggiungono gli obiettivi

    A differenza di molte altre attività commerciali, Internet non chiude nel weekend. Proprio per questo motivo, anche il sabato e la domenica un vero Community Manager deve essere presente e rispondere ai bisogni degli utenti. Siamo nel 2018 e questo non può essere visto come un problema: anche se una persona non è davanti al computer, esistono mille modi per ovviare a questa problematica di stampo logistico (smartphone, tablet, pc portatili, ecc…..). Chi vuole intraprendere questa professione non smette veramente mai! Proprio per l’impegno costante va anche gestita secondo dei tempi pianificati, per poter lavorare con serenità.

  5. La tempestività aiuta a migliorare la reputazione aziendale

    Nel momento in cui un Community Manager non interagisce con la propria community, emerge una sensazione di indifferenza nei confronti degli utenti. Tutto questo compromette la reputazione aziendale, in quanto non fa percepire interesse nella cura del rapporto con i clienti, effettivi e potenziali. Bisogna, infatti, cercare di rispondere nel minor tempo possibile, risolvendo le problematiche che quotidianamente provengono sulle pagine che si gestiscono. Esistono per fortuna tool adeguati, come ad es. Sprout Social (di cui siamo Agency Partner), che permettono di analizzare le interazioni con il supporto di un sistema automatizzato.

  6. Poniti un obiettivo

    Questo punto è di fondamentale importanza. Solo se un Community Manager si pone un obiettivo (o più di uno) riuscirà a raggiungerlo. Ricordiamoci che si può portare ad una conversione (vendita) anche solo da una semplice risposta ad un commento su Facebook o su Instagram: molti sono i casi in cui le aziende riescono a vendere i propri servizi online direttamente dai Social Network. Questi esempi rafforzano ancora di più la tesi secondo la quale la presenza sul web oggi giorno è linfa vitale per le imprese.

Dopo questo breve excursus su una delle professioni digitali del nuovo millennio, il passaggio è ora uno solo: mettersi alla prova!

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